Il mio racconto: "La capsula del tempo", è arrivato in finale alla "XXVIII edizione del Premio Nazionale Giuseppe Gioacchino Belli" ed è risultato vincitore del "Concorso Letterario Cultora".
Il racconto è presente in entrambe le antologie dedicate ai concorsi. Due belle soddisfazioni rese ancora più intense dagli emozionanti eventi di premiazione.
Per me è molto importante, significa nuova linfa alla mia autostima e un chiaro segnale che la strada è quella giusta.
In particolare mi ha riempito d'orgoglio il commento della giuria presente nell'antologia del Premio Belli che trovate qui sotto.
Vi ricordo che "La capsula del tempo" e tutti gli altri miei racconti sono scaricabili gratuitamente nell'apposita sezione di questo blog.
Intervista
Di seguito il link dell'intervista che ho rilasciato alla scrittrice e blogger Laura Cassitto.
http://lcassie.altervista.org/na-tazzulella-cafe-mario-antobenedetto/
Per quanto riguarda i racconti non mi sono dimenticato di postarli, ma fortunatamente devo aspettare le finali e mantenerli inediti.
Ah! Non vi avevo detto di essere in finale a due concorsi?
Beh! Ora lo sapete quindi, incrociate le dita.
A presto.
http://lcassie.altervista.org/na-tazzulella-cafe-mario-antobenedetto/
Per quanto riguarda i racconti non mi sono dimenticato di postarli, ma fortunatamente devo aspettare le finali e mantenerli inediti.
Ah! Non vi avevo detto di essere in finale a due concorsi?
Beh! Ora lo sapete quindi, incrociate le dita.
A presto.
Provo a tracciare una linea
Ormai è passato più di un anno dall'uscita del mio primo romanzo e in questo lasso di tempo sono successe moltissime cose; chi ha già letto questo blog se ne sarà fatto un'idea.
Le emozioni uniche della pubblicazione, la gioia della vittoria al concorso letterario, le suggestioni della presentazione e soprattutto la lenta scoperta di questo complicato universo editoriale nel quale mi sono felicemente ritrovato.
Ho partecipato a fiere di settore, ho fatto firmacopie in libreria, mio malgrado ho intensificato la presenza sui social network, mi sono mosso in ogni direzione in cerca di contatti e nuove possibilità promozionali e continuo tutt'ora a farlo, insomma, come promesso nel mio primo post sto cercando di tirare fuori il meglio da quest'avventura.
Tutto bello, importante e stimolante, ma alla fine mi sono accorto che questo sbattimento mi stava allontanando dalla mia vera passione: scrivere.
Allora mi sono fermato un attimo, ho tracciato questa famosa linea e ho ritrovato con gioia il tempo e la voglia di mettermi alla tastiera.
Oltre alla revisione del prossimo romanzo ho scritto un paio di racconti, non l'avevo mai fatto (o meglio non li avevo mai riversati interamente su carta perché in verità il notes del mio smartphone è pieno zeppo di idee, incipit e pensieri) e sono rimasto affascinato dalla procacità di questo tipo di scrittura cotta e mangiata.
A breve metterò i racconti su questo blog così da renderlo meno diario personale e più contenitore di fantasie.
A presto.
Le emozioni uniche della pubblicazione, la gioia della vittoria al concorso letterario, le suggestioni della presentazione e soprattutto la lenta scoperta di questo complicato universo editoriale nel quale mi sono felicemente ritrovato.
Ho partecipato a fiere di settore, ho fatto firmacopie in libreria, mio malgrado ho intensificato la presenza sui social network, mi sono mosso in ogni direzione in cerca di contatti e nuove possibilità promozionali e continuo tutt'ora a farlo, insomma, come promesso nel mio primo post sto cercando di tirare fuori il meglio da quest'avventura.
Tutto bello, importante e stimolante, ma alla fine mi sono accorto che questo sbattimento mi stava allontanando dalla mia vera passione: scrivere.
Allora mi sono fermato un attimo, ho tracciato questa famosa linea e ho ritrovato con gioia il tempo e la voglia di mettermi alla tastiera.
Oltre alla revisione del prossimo romanzo ho scritto un paio di racconti, non l'avevo mai fatto (o meglio non li avevo mai riversati interamente su carta perché in verità il notes del mio smartphone è pieno zeppo di idee, incipit e pensieri) e sono rimasto affascinato dalla procacità di questo tipo di scrittura cotta e mangiata.
A breve metterò i racconti su questo blog così da renderlo meno diario personale e più contenitore di fantasie.
A presto.
Una serata indimenticabile
Sabato 12 dicembre 2015. Una data diversa dalle altre, particolare, il cui ricordo difficilmente sbiadirà.
Caffè letterario Mangiaparole, un localino rannicchiato tra l'Appia e la Tuscolana, ai confini del centro di Roma. Un divano arancione nell'angolo, una copia de "Il piano Tiberio" in bella vista e tanta, tanta gente.
Sono questi i dettagli che ancora oggi mi tornano in mente, piccole macchie di colore in un quadro più grande, spennellato di rumori, parole, volti ed emozioni dai colori fluorescenti.
La voce del presentatore Mauro Limiti che apre la serata annunciando il mio nome e quello del romanzo è l'unica cosa che ricordo chiaramente, poi credo di essere caduto in una specie di limbo o realtà parallela perché il resto sono emozioni e sensazioni centrifugate insieme alle parole. Per fortuna c'è il video della serata, altrimenti non sarei così sicuro di aver risposto a tutte le domande! Scherzi a parte, è stata una magnifica esperienza, soddisfazione e divertimento, un bel modo di mettermi per un attimo in piedi su una sedia al centro della piazza e gridare "ce l'ho fatta! Questo è il mio libro e stasera ve lo presento."
Ringrazio tutti voi che avete brindato al mio esordio letterario.
Per chi se lo fosse perso invece di seguito un piccolo estratto della presentazione.
Caffè letterario Mangiaparole, un localino rannicchiato tra l'Appia e la Tuscolana, ai confini del centro di Roma. Un divano arancione nell'angolo, una copia de "Il piano Tiberio" in bella vista e tanta, tanta gente.
Sono questi i dettagli che ancora oggi mi tornano in mente, piccole macchie di colore in un quadro più grande, spennellato di rumori, parole, volti ed emozioni dai colori fluorescenti.
La voce del presentatore Mauro Limiti che apre la serata annunciando il mio nome e quello del romanzo è l'unica cosa che ricordo chiaramente, poi credo di essere caduto in una specie di limbo o realtà parallela perché il resto sono emozioni e sensazioni centrifugate insieme alle parole. Per fortuna c'è il video della serata, altrimenti non sarei così sicuro di aver risposto a tutte le domande! Scherzi a parte, è stata una magnifica esperienza, soddisfazione e divertimento, un bel modo di mettermi per un attimo in piedi su una sedia al centro della piazza e gridare "ce l'ho fatta! Questo è il mio libro e stasera ve lo presento."
Ringrazio tutti voi che avete brindato al mio esordio letterario.
Per chi se lo fosse perso invece di seguito un piccolo estratto della presentazione.
Intervista
Di seguito l’intervista che ho rilasciato a Giuseppe Monea, redattore del blog “Il momento di scrivere”.
Ciao
Mario. È un piacere risentirci dopo la premiazione del concorso Ispirare La
Fantasia. Complimenti per la tua vittoria. È cambiato qualcosa in te dopo
questo traguardo?
Ciao Giuseppe e grazie per i complimenti, un saluto
anche alla redazione e a tutti i lettori del blog. La vittoria del concorso è
stata una grande iniezione di fiducia, che ha rafforzato in me la
consapevolezza di aver realizzato qualcosa di buono . Ottenere un
riconoscimento così prestigioso, che arriva dal di fuori della cerchia di amici
e parenti, è stato molto importante per la mia autostima, e non nascondo che si tratta di una cosa che
mi rende orgoglioso.
Il
piano Tiberio è il romanzo con cui hai vinto il premio Ispirare La Fantasia. Lo
definisci più un’opera storica o thriller?
Gli elementi primari dell’opera, nonché il climax ed
il suo evolversi, appartengono sicuramente ad un thriller, che però, in più
occasioni strizza l’occhio ad eventi storici sui quali mi sono dilettato a
cucire una parte della trama del romanzo.
Il
tema religioso è parte fondamentale de Il piano Tiberio. Dati i recenti
scandali in Vaticano, hai per caso pensato a una specie di sequel?
Per ricollegarci alla domanda precedente posso dire
che il tema religioso, così come quello
storico, vanno a braccetto per tutto il romanzo. Riguardo gli scandali
in Vaticano mi sembra che siamo di fronte ai classici “corsi e ricorsi storici”
dato che già io ho preso spunto da quelli successi in passato per costruire
parte del castello narrativo de Il piano Tiberio. Ad ogni modo direi che
sicuramente non ci sarà un sequel. Tengo però a precisare una cosa, parliamo di
un libro edito nel 2015 ma scritto nel 2010, che oggi per assurdo assume quasi le sembianze di un prequel, alla luce
di alcuni avvenimenti accaduti realmente in seno alla chiesa e al Vaticano,
come appunto il Vatileaks e i comportamenti rivoluzionari di Papa Francesco.
I
lettori hanno commento Il piano Tiberio come un’opera in cui fantasia e realtà
si mischiano alla perfezione. Quanto c’è di vero e quanto di fantasioso nel tuo
romanzo?
La trama, i personaggi principali e soprattutto il
fulcro intorno al quale ruota tutta la storia sono completamente frutto della
mia immaginazione, e i protagonisti per tutto il romanzo saltellano sul ciglio
di quel labile confine tra il possibile e l’inverosimile. Di vero, come detto in precedenza, ci sono
alcuni personaggi storici, dei fatti realmente accaduti e delle ambientazioni
che ho cercato di riprodurre nel miglior modo possibile, che fanno da sfondo e
collante a tutta la storia. In particolare gli scritti di un filosofo ed
illuminista tedesco hanno ispirato l’idea di fondo del romanzo, non vi dico
però il nome, altrimenti vi svelerei una parte importante della storia, lo
troverete comunque tra le pagine de Il piano Tiberio.
Hai
dichiarato di non aver mai frequentato corsi di scrittura. Quanto credi sia
fondamentale il talento e quanto lo studio per scrivere un buon libro?
Credo che la scrittura, così come lo sport e ogni
altra forma d’arte, dipenda in gran parte dal talento, che può essere innato o
latente, e di certo in questo secondo caso sono convinto che lo studio sia la
miglior palestra per allenarlo e farlo crescere di livello. Io non ho fatto
corsi o studi di settore, ma per ogni romanzo scritto ho svolto una massiccia
opera di ricerca, ho letto molto, mi sono lasciato coinvolgere da vari argomenti,
e alla fine mi sono reso conto che è stato tutto ottimo cibo per la mente.
Domanda
di rito: progetti per il futuro?
Scrivere. Senza ombra di dubbio. Citandovi posso
dire che è sempre il momento di scrivere, a prescindere da tutto, dai risultati
ottenuti, dalle difficoltà della vita, dai giudizi altrui. Immaginare,
inventare e di conseguenza scrivere, è un naturale prolungamento nel nostro
essere, quasi come il passo automatico dopo il respirare, o almeno lo è per me.
Nel concreto invece, oltre Il piano Tiberio uscirà in futuro un altro romanzo
sempre edito dalla A.Car. edizioni, mentre altri due scritti sono già completi
e aspettano di essere valutati; ognuno di un genere diverso dall’altro, perché
mi è piaciuto molto confrontarmi e dilettarmi con temi e dinamiche sempre
differenti.
Mario,
grazie per essere stato con noi. Buona fortuna per i tuoi lavori e ancora
complimenti per Il piano Tiberio.
Blog "Il momento di scrivere"
Una vittoria inaspettata
Due mesi dopo l'uscita de Il piano Tiberio, mentre cercavo di orientarmi nella complicata realtà del panorama editoriale italiano, e alle prese con l'organizzazione della presentazione del romanzo, il mio editore mi segnala una serie di concorsi letterari ai quali poter partecipare. Spinto come sempre dalla voglia di mettermi in gioco scelsi di iscrivermi al concorso "Ispirare la fantasia" organizzato dal web journal "Il piacere di scrivere".
Dopo altri due mesi, una mattina squilla il cellulare, all'altro capo del virtuale filo telefonico c'era la Presidente di Giuria Annarita Faggioni: "Le comunico che Il piano Tiberio è tra i dieci finalisti del concorso."
Ora non ricordo alla perfezione cosa balbettai come risposta, mi sembra che Annarita dovette ripetermi due volte la frase tanto era forte la mia incredulità. Ad ogni modo la finale si sarebbe svolta a Taranto pochi giorni più tardi, venerdì 16 ottobre per la precisione, presso la sala convegni del Park Hotel Mar Grande.
Da quella telefonata in poi, per citare un famoso film: paura e delirio. Attimi di contentezza sfrenata per essere riuscito ad arrivare in finale al mio primo concorso letterario, e pochi istanti dopo la mia spietata indole gravitazionale, cioè capace di riportarmi con i piedi per terra in meno di un minuto, spegneva le luci della festa obbligandomi a non crearmi troppe aspettative. Ricordo che l'emisfero super 8 del mio cervello girò centinaia di ipotetiche versioni della finale, in ognuna delle quali enunciavo un discorso diverso e vestivo sempre qualcosa di nuovo.
Sulle ali dell'entusiasmo ecco finalmente il gran giorno, all'ultimo minuto un contrattempo rischia addirittura di mandare all'aria la mia partecipazione, ma per fortuna alla fine tutto si risolve. Macchina, autostrada, ed ecco Taranto. L'arrivo non è dei più incoraggianti, un violento nubifragio mette la città in ginocchio, corrente elettrica saltata in quasi tutte le strade, sala convegni allagata e addirittura intera premiazione a rischio (in quanti di voi adesso staranno pensando che come sempre per una cosa bella che capita ne succedono almeno due brutte? Tranquilli l'ho pensato anche io, ma andiamo avanti con il racconto). Alla fine dopo alcuni minuti di apprensione, grazie all'encomiabile determinazione dello staff, tra mille difficoltà l'evento ha inizio.
In un suo pezzo Tiziano Ferro canta: "e forse non sarà come credevi, perché sarà anche meglio di ciò che speravi". Non esistono parole più adatte per spiegare ciò che è accaduto in quell'uggioso pomeriggio tarantino. Vittoria. Il piano Tiberio si aggiudica la prima edizione del premio letterario nazionale "Ispirare la fantasia". Ricordo ancora perfettamente le immagini, gli odori e i suoni di quella giornata, in una sala illuminata dalla luce unica di un cielo finalmente aperto nei colori pastello dalla quiete dopo la tempesta, inebriata da quell'inconfondibile odore di salmastro misto a sabbia bagnata che entrava dalle grandi finestre aperte sul mare, la Presidente di Giuria ha snocciolato la classifica partendo dall'ultimo posto, e ad ogni chiamata il mio cuore sussultava e si riempiva sempre più di speranza, fino ad esplodere alla lettura del secondo classificato. A quel punto non c'erano più dubbi, restavo solo io con il mio romanzo. La voce di Annarita Faggioni consacrava la mia vittoria, il resto dei presenti applaudiva Il piano Tiberio e io ritiravo l'attestato.
Tra i tanti discorsi preparati scelsi quello in cui ringrazio mia moglie e mia figlia per il clima sereno che mi regalano ogni giorno, nel quale poter usare al meglio il mio tempo libero per scrivere.
Il resto sono sensazioni ed emozioni che conserverò per sempre nel mio personale album dei ricordi.
Nel concreto invece al concorso seguirà un'antologia, il cui ricavato sarà donato in beneficenza all'associazione Mister Sorriso di Taranto.
Grazie di cuore al Presidente di Giuria Annarita Faggioni (Il piacere di scrivere), e agli altri giurati, Giuseppe Monea (Il momento di scrivere) e Fabio Mosti (Il lettore di fantasia).
È stata una vittoria inaspettata e per questo ancora più bella, il pensiero che delle persone sconosciute e geograficamente distanti abbiano letto il mio libro e deciso che più di altri fosse meritevole di riceve un premio mi ha riempito d'orgoglio. È stata una vittoria che mi ha dato grande fiducia per il futuro rafforzando la mia autostima.
Link ufficiale della manifestazione
Dopo altri due mesi, una mattina squilla il cellulare, all'altro capo del virtuale filo telefonico c'era la Presidente di Giuria Annarita Faggioni: "Le comunico che Il piano Tiberio è tra i dieci finalisti del concorso."
Ora non ricordo alla perfezione cosa balbettai come risposta, mi sembra che Annarita dovette ripetermi due volte la frase tanto era forte la mia incredulità. Ad ogni modo la finale si sarebbe svolta a Taranto pochi giorni più tardi, venerdì 16 ottobre per la precisione, presso la sala convegni del Park Hotel Mar Grande.
Da quella telefonata in poi, per citare un famoso film: paura e delirio. Attimi di contentezza sfrenata per essere riuscito ad arrivare in finale al mio primo concorso letterario, e pochi istanti dopo la mia spietata indole gravitazionale, cioè capace di riportarmi con i piedi per terra in meno di un minuto, spegneva le luci della festa obbligandomi a non crearmi troppe aspettative. Ricordo che l'emisfero super 8 del mio cervello girò centinaia di ipotetiche versioni della finale, in ognuna delle quali enunciavo un discorso diverso e vestivo sempre qualcosa di nuovo.
Sulle ali dell'entusiasmo ecco finalmente il gran giorno, all'ultimo minuto un contrattempo rischia addirittura di mandare all'aria la mia partecipazione, ma per fortuna alla fine tutto si risolve. Macchina, autostrada, ed ecco Taranto. L'arrivo non è dei più incoraggianti, un violento nubifragio mette la città in ginocchio, corrente elettrica saltata in quasi tutte le strade, sala convegni allagata e addirittura intera premiazione a rischio (in quanti di voi adesso staranno pensando che come sempre per una cosa bella che capita ne succedono almeno due brutte? Tranquilli l'ho pensato anche io, ma andiamo avanti con il racconto). Alla fine dopo alcuni minuti di apprensione, grazie all'encomiabile determinazione dello staff, tra mille difficoltà l'evento ha inizio.
In un suo pezzo Tiziano Ferro canta: "e forse non sarà come credevi, perché sarà anche meglio di ciò che speravi". Non esistono parole più adatte per spiegare ciò che è accaduto in quell'uggioso pomeriggio tarantino. Vittoria. Il piano Tiberio si aggiudica la prima edizione del premio letterario nazionale "Ispirare la fantasia". Ricordo ancora perfettamente le immagini, gli odori e i suoni di quella giornata, in una sala illuminata dalla luce unica di un cielo finalmente aperto nei colori pastello dalla quiete dopo la tempesta, inebriata da quell'inconfondibile odore di salmastro misto a sabbia bagnata che entrava dalle grandi finestre aperte sul mare, la Presidente di Giuria ha snocciolato la classifica partendo dall'ultimo posto, e ad ogni chiamata il mio cuore sussultava e si riempiva sempre più di speranza, fino ad esplodere alla lettura del secondo classificato. A quel punto non c'erano più dubbi, restavo solo io con il mio romanzo. La voce di Annarita Faggioni consacrava la mia vittoria, il resto dei presenti applaudiva Il piano Tiberio e io ritiravo l'attestato.
Tra i tanti discorsi preparati scelsi quello in cui ringrazio mia moglie e mia figlia per il clima sereno che mi regalano ogni giorno, nel quale poter usare al meglio il mio tempo libero per scrivere.
Il resto sono sensazioni ed emozioni che conserverò per sempre nel mio personale album dei ricordi.
Nel concreto invece al concorso seguirà un'antologia, il cui ricavato sarà donato in beneficenza all'associazione Mister Sorriso di Taranto.
Grazie di cuore al Presidente di Giuria Annarita Faggioni (Il piacere di scrivere), e agli altri giurati, Giuseppe Monea (Il momento di scrivere) e Fabio Mosti (Il lettore di fantasia).
È stata una vittoria inaspettata e per questo ancora più bella, il pensiero che delle persone sconosciute e geograficamente distanti abbiano letto il mio libro e deciso che più di altri fosse meritevole di riceve un premio mi ha riempito d'orgoglio. È stata una vittoria che mi ha dato grande fiducia per il futuro rafforzando la mia autostima.
Link ufficiale della manifestazione
La scelta di mettermi in discussione e il sodalizio con la Edizioni A.Car
Ho iniziato a scrivere romanzi per puro piacere personale, e questa cosa non cambierà mai, sono certo che continuerò ad inventare storie per sempre, a prescindere da tutto, dai risultati ottenuti, dai giudizi altrui e dalle difficoltà della vita, scrivere è una cosa che amo e della quale non potrei mai fare a meno. Nonostante ciò ad un certo punto, per la precisione mentre finivo di scrivere il mio terzo romanzo, ho sentito improvvisamente il bisogno di mettermi in discussione, di scoprire se avrei mai avuto il privilegio di vedere una mia opera esposta in libreria, di ricevere un giudizio sul mio scrivere che non fosse influenzato da amicizia o parentela. In parole povere ho preso coraggio e mi sono messo in cerca di una casa editrice che pubblicasse i miei libri, accettando di conseguenza il rischio di ricevere tanti rifiuti e scoprire di non essere affatto bravo a scrivere ed inventare storie. Da vero novizio ho iniziato racimolando informazioni e una volta scampato il pericolo di finire tra le fauci di qualche EAP, ovvero editori a pagamento (su questa maleodorante realtà ci sarebbe da scrivere un post lunghissimo e approfondito ma non è questo il momento), mi sono messo alla ricerca di una casa editrice indipendente che desse fiducia ad autori emergenti senza chiedergli nemmeno un euro per pubblicare le proprie opere. In parole povere cercavo chi mi pubblicasse per aver scritto qualcosa di buono e non qualcuno che avrebbe solo sfruttato i miei sogni e la mia passione per un facile guadagno economico.
Tra le tante richieste inviate è arrivata una risposta, quella di Amos Cartabia e la sua Edizioni A.Car. Il mio cuore ha perso un battito nel leggere la loro mail. Abbiamo scambiato qualche parola e pochi giorni dopo ho firmato il mio primo contratto editoriale. Mi sembrava impossibile, tutto quello che avevo sognato stava diventando realtà.
Dovete sapere però che nonostante la fervida immaginazione e la sfrenata fantasia, nella vita reale sono pragmatico e con i piedi ben piantati a terra, e quindi, temendo che qualche imprevisto potesse mandare tutto all'aria, ho tenuto a freno l'entusiasmo senza rivelare quasi a nessuno la splendida notizia. Fortunatamente però tutto è filato per il verso giusto e trascorsi i tempi tecnici di realizzazione: prima revisione, scelta della copertina e correzione finale, a giugno del 2015 ho potuto finalmente dire addio alla scaramanzia annunciando a tutti che la Edizioni A.Car stava per pubblicare il mio primo romanzo: Il piano Tiberio.
Tra le tante emozioni vissute ve ne voglio raccontare una in particolare, di quando ho aperto la scatola contenete i miei libri e ne ho stretto uno tra le mani per la prima volta. Il mio nome scritto in copertina, pochi secondi di puro appagamento L'odore di quella carta intrisa dalle MIE parole, un distillato di orgoglio ed incredulità con una nota agrumata di magnificenza. Il fruscio delle pagine, un soave motivetto appena arrangiato dal mio ego in visibilio.
D'accordo forse mi sono lasciato prendere la mano dalle descrizioni, ma vi assicuro che qualsiasi aggettivo superlativo sarebbe stato inadatto a spiegare il mio stato d'animo, e poi in fondo sono o non sono uno scrittore?
Ecco a questa domanda (come avrete notato dal sottotitolo del blog) non so ancora dare una risposta, a volte mi piace pensare di sì per il semplice fatto di riuscire a trasformare in carta le idee che mi passeggiano per la testa, a volte mi auto convinco che solo centinaia di copie vendute possano investirti di tale carica, ad ogni modo è un dubbio che dura il tempo di una bolla di sapone, in questo momento non mi interessa, ho tanto da godermi e altro a cui pensare.
Per concludere vi dico solo che dopo Il piano Tiberio, Edizioni A.Car pubblicherà anche il mio secondo romanzo, dal titolo...
Anzi, preferisco non dirvelo, vi anticipo solo che sarà di un genere totalmente diverso dal primo, così spero di avervi instillato un minimo di curiosità per continuare a seguirmi, o più semplicemente, se Il piano Tiberio non vi è piaciuto, o non era del vostro genere preferito, magari troverete il prossimo più adatto a voi.
Dovete sapere però che nonostante la fervida immaginazione e la sfrenata fantasia, nella vita reale sono pragmatico e con i piedi ben piantati a terra, e quindi, temendo che qualche imprevisto potesse mandare tutto all'aria, ho tenuto a freno l'entusiasmo senza rivelare quasi a nessuno la splendida notizia. Fortunatamente però tutto è filato per il verso giusto e trascorsi i tempi tecnici di realizzazione: prima revisione, scelta della copertina e correzione finale, a giugno del 2015 ho potuto finalmente dire addio alla scaramanzia annunciando a tutti che la Edizioni A.Car stava per pubblicare il mio primo romanzo: Il piano Tiberio.
Tra le tante emozioni vissute ve ne voglio raccontare una in particolare, di quando ho aperto la scatola contenete i miei libri e ne ho stretto uno tra le mani per la prima volta. Il mio nome scritto in copertina, pochi secondi di puro appagamento L'odore di quella carta intrisa dalle MIE parole, un distillato di orgoglio ed incredulità con una nota agrumata di magnificenza. Il fruscio delle pagine, un soave motivetto appena arrangiato dal mio ego in visibilio.
D'accordo forse mi sono lasciato prendere la mano dalle descrizioni, ma vi assicuro che qualsiasi aggettivo superlativo sarebbe stato inadatto a spiegare il mio stato d'animo, e poi in fondo sono o non sono uno scrittore?
Ecco a questa domanda (come avrete notato dal sottotitolo del blog) non so ancora dare una risposta, a volte mi piace pensare di sì per il semplice fatto di riuscire a trasformare in carta le idee che mi passeggiano per la testa, a volte mi auto convinco che solo centinaia di copie vendute possano investirti di tale carica, ad ogni modo è un dubbio che dura il tempo di una bolla di sapone, in questo momento non mi interessa, ho tanto da godermi e altro a cui pensare.
Per concludere vi dico solo che dopo Il piano Tiberio, Edizioni A.Car pubblicherà anche il mio secondo romanzo, dal titolo...
Anzi, preferisco non dirvelo, vi anticipo solo che sarà di un genere totalmente diverso dal primo, così spero di avervi instillato un minimo di curiosità per continuare a seguirmi, o più semplicemente, se Il piano Tiberio non vi è piaciuto, o non era del vostro genere preferito, magari troverete il prossimo più adatto a voi.
Tanto per cominciare torniamo al punto di partenza
Ricordo chiaramente mia madre leggere Harmony, in
particolare quel suo muovere impercettibilmente le labbra al ritmo delle
parole, un tenero e silente sussurro per se stessa. Al tempo però ero solo un
bambino, quindi di certo non è allora che tutto è cominciato.
Ricordo anche mia sorella, che leggeva e
collezionava libri in quantità industriale, ma non è nemmeno quello il momento,
anzi, mi chiedevo cosa ci trovasse di tanto interessante tra tutte quelle
pagine.
Poi ci fu la professoressa Giovanna Capone, primo
anno di superiori, che con i suoi modi tremendamente efficaci obbligò la classe
a leggere un libro; Nessuna imposizione fu mai così piacevole. Scelsi a caso
dalla fornitissima libreria di mia sorella; Sulla strada, di Jack Kerouac. Da
quel momento nulla fu più lo stesso, ma nonostante l’importanza dell’evento non
posso dire che tutto sia cominciato lì.
Giugno 2001, pochi giorni prima del mio
diciottesimo, tre anni e tanti libri dopo quel primo Jack Kerouac. In questo
lasso di tempo qualcosa è cambiato, non mi bastava più solo leggere, volevo
creare, e la mia immaginazione ha partorito storie, personaggi, interi
universi, in sostanza la mia fantasia si è plasmata, ha spiegato ali di ago e
inchiostro per finire tatuata sulla mia spalla sotto forma di unicorno alato,
mio personale totem della fantasia. È stato quello il giorno in cui ho scoperto
il mio nuovo mondo, ho posato per la prima volta le mani sulla tastiera
tramutando idee in parole e parole in romanzo.
Una sensazione unica, indescrivibile.
Da quel giorno ad oggi tante parole sono passate
sotto le mie dita, ho scritto quattro romanzi (in verità sarebbero cinque ma il
primo è stato più che altro un esperimento e credo che rimarrà per sempre un
qualcosa di strettamente personale) ho conosciuto la gioia della pubblicazione
e il futuro è tutto da scoprire.
Naturalmente sono immensamente soddisfatto di essere
riuscito a vedere la mia opera stampata, esposta in libreria e letta da tante
persone, ma sarebbe troppo banale dire che questo mi basta. Ormai sono in ballo
e voglio godermi ogni nota, con la curiosità di vedere fin dove posso arrivare
e la determinazione per far sì che sia il più lontano possibile.
Questo spazio nasce proprio per non porre limiti,
un’alternativa agli ormai famosi like e cinguettii social, e per dare ampio
respiro a questa mia avventura.
Chiudo questo primo post
con una richiesta; Desidero fortemente che le mie storie raggiungano più
persone possibili, quindi se avete tra le mani i miei libri, dopo averli letti
prestateli, consigliateli, parlatene, condividete, mi aiuterete concretamente a
raggiungere l’obiettivo. Grazie e buona lettura a tutti.
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