Intervista


Di seguito l’intervista che ho rilasciato a Giuseppe Monea, redattore del blog “Il momento di scrivere”.


Ciao Mario. È un piacere risentirci dopo la premiazione del concorso Ispirare La Fantasia. Complimenti per la tua vittoria. È cambiato qualcosa in te dopo questo traguardo?


Ciao Giuseppe e grazie per i complimenti, un saluto anche alla redazione e a tutti i lettori del blog. La vittoria del concorso è stata una grande iniezione di fiducia, che ha rafforzato in me la consapevolezza di aver realizzato qualcosa di buono . Ottenere un riconoscimento così prestigioso, che arriva dal di fuori della cerchia di amici e parenti, è stato molto importante per la mia autostima,  e non nascondo che si tratta di una cosa che mi rende orgoglioso.


Il piano Tiberio è il romanzo con cui hai vinto il premio Ispirare La Fantasia. Lo definisci più un’opera storica o thriller?


Gli elementi primari dell’opera, nonché il climax ed il suo evolversi, appartengono sicuramente ad un thriller, che però, in più occasioni strizza l’occhio ad eventi storici sui quali mi sono dilettato a cucire una parte della trama del romanzo. 


Il tema religioso è parte fondamentale de Il piano Tiberio. Dati i recenti scandali in Vaticano, hai per caso pensato a una specie di sequel?


Per ricollegarci alla domanda precedente posso dire che il tema religioso, così come quello  storico, vanno a braccetto per tutto il romanzo. Riguardo gli scandali in Vaticano mi sembra che siamo di fronte ai classici “corsi e ricorsi storici” dato che già io ho preso spunto da quelli successi in passato per costruire parte del castello narrativo de Il piano Tiberio. Ad ogni modo direi che sicuramente non ci sarà un sequel. Tengo però a precisare una cosa, parliamo di un libro edito nel 2015 ma scritto nel 2010, che oggi per assurdo assume  quasi le sembianze di un prequel, alla luce di alcuni avvenimenti accaduti realmente in seno alla chiesa e al Vaticano, come appunto il Vatileaks e i comportamenti rivoluzionari di Papa Francesco. 


I lettori hanno commento Il piano Tiberio come un’opera in cui fantasia e realtà si mischiano alla perfezione. Quanto c’è di vero e quanto di fantasioso nel tuo romanzo?


La trama, i personaggi principali e soprattutto il fulcro intorno al quale ruota tutta la storia sono completamente frutto della mia immaginazione, e i protagonisti per tutto il romanzo saltellano sul ciglio di quel labile confine tra il possibile e l’inverosimile.  Di vero, come detto in precedenza, ci sono alcuni personaggi storici, dei fatti realmente accaduti e delle ambientazioni che ho cercato di riprodurre nel miglior modo possibile, che fanno da sfondo e collante a tutta la storia. In particolare gli scritti di un filosofo ed illuminista tedesco hanno ispirato l’idea di fondo del romanzo, non vi dico però il nome, altrimenti vi svelerei una parte importante della storia, lo troverete comunque tra le pagine de Il piano Tiberio.


Hai dichiarato di non aver mai frequentato corsi di scrittura. Quanto credi sia fondamentale il talento e quanto lo studio per scrivere un buon libro?


Credo che la scrittura, così come lo sport e ogni altra forma d’arte, dipenda in gran parte dal talento, che può essere innato o latente, e di certo in questo secondo caso sono convinto che lo studio sia la miglior palestra per allenarlo e farlo crescere di livello. Io non ho fatto corsi o studi di settore, ma per ogni romanzo scritto ho svolto una massiccia opera di ricerca, ho letto molto, mi sono lasciato coinvolgere da vari argomenti, e alla fine mi sono reso conto che è stato tutto ottimo cibo per la mente. 


Domanda di rito: progetti per il futuro?


Scrivere. Senza ombra di dubbio. Citandovi posso dire che è sempre il momento di scrivere, a prescindere da tutto, dai risultati ottenuti, dalle difficoltà della vita, dai giudizi altrui. Immaginare, inventare e di conseguenza scrivere, è un naturale prolungamento nel nostro essere, quasi come il passo automatico dopo il respirare, o almeno lo è per me. Nel concreto invece, oltre Il piano Tiberio uscirà in futuro un altro romanzo sempre edito dalla A.Car. edizioni, mentre altri due scritti sono già completi e aspettano di essere valutati; ognuno di un genere diverso dall’altro, perché mi è piaciuto molto confrontarmi e dilettarmi con temi e dinamiche sempre differenti.


Mario, grazie per essere stato con noi. Buona fortuna per i tuoi lavori e ancora complimenti per Il piano Tiberio.

Grazie a te Giuseppe di avermi letto, premiato, e soprattutto dato questa possibilità di rivolgermi ai lettori de ”Il momento di scrivere” rispondendo  alle tue domande, per me è stata la prima intervista, e non nascondo che mi ha emozionato e stimolato. Colgo l’occasione per invitarvi a leggere Il piano Tiberio, seguire la pagina del romanzo su tutti i canali social, e magari se ne avete voglia, darmi le vostre preziose opinioni. Un grande saluto a tutti.

Blog "Il momento di scrivere" 

Una vittoria inaspettata

Due mesi dopo l'uscita de Il piano Tiberio, mentre cercavo di orientarmi nella complicata realtà del panorama editoriale italiano, e alle prese con l'organizzazione della presentazione del romanzo, il mio editore mi segnala una serie di concorsi letterari ai quali poter partecipare. Spinto come sempre dalla voglia di mettermi in gioco scelsi di iscrivermi al concorso "Ispirare la fantasia" organizzato dal web journal "Il piacere di scrivere".
Dopo altri due mesi, una mattina squilla il cellulare, all'altro capo del virtuale filo telefonico c'era la Presidente di Giuria Annarita Faggioni: "Le comunico che Il piano Tiberio è tra i dieci finalisti del concorso."
Ora non ricordo alla perfezione cosa balbettai come risposta, mi sembra che Annarita dovette ripetermi due volte la frase tanto era forte la mia incredulità. Ad ogni modo la finale si sarebbe svolta a Taranto pochi giorni più tardi, venerdì 16 ottobre per la precisione, presso la sala convegni del Park Hotel Mar Grande.
Da quella telefonata in poi, per citare un famoso film: paura e delirio. Attimi di contentezza sfrenata per essere riuscito ad arrivare in finale al mio primo concorso letterario, e pochi istanti dopo la mia spietata indole gravitazionale, cioè capace di riportarmi con i piedi per terra in meno di un minuto, spegneva le luci della festa obbligandomi a non crearmi troppe aspettative. Ricordo che l'emisfero super 8 del mio cervello girò centinaia di ipotetiche versioni della finale, in ognuna delle quali enunciavo un discorso diverso e vestivo sempre qualcosa di nuovo.
Sulle ali dell'entusiasmo ecco finalmente il gran giorno, all'ultimo minuto un contrattempo rischia addirittura di mandare all'aria la mia partecipazione, ma per fortuna alla fine tutto si risolve. Macchina, autostrada, ed ecco Taranto. L'arrivo non è dei più incoraggianti, un violento nubifragio mette la città in ginocchio, corrente elettrica saltata in quasi tutte le strade, sala convegni allagata e addirittura intera premiazione a rischio (in quanti di voi adesso staranno pensando che come sempre per una cosa bella che capita ne succedono almeno due brutte? Tranquilli l'ho pensato anche io, ma andiamo avanti con il racconto). Alla fine dopo alcuni minuti di apprensione, grazie all'encomiabile determinazione dello staff, tra mille difficoltà l'evento ha inizio.
In un suo pezzo Tiziano Ferro canta: "e forse non sarà come credevi, perché sarà anche meglio di ciò che speravi". Non esistono parole più adatte per spiegare ciò che è accaduto in quell'uggioso pomeriggio tarantino. Vittoria. Il piano Tiberio si aggiudica la prima edizione del premio letterario nazionale "Ispirare la fantasia". Ricordo ancora perfettamente le immagini, gli odori e i suoni di quella giornata, in una sala illuminata dalla luce unica di un cielo finalmente aperto nei colori pastello dalla quiete dopo la tempesta, inebriata da quell'inconfondibile odore di salmastro misto a sabbia bagnata che entrava dalle grandi finestre aperte sul mare, la Presidente di Giuria ha snocciolato la classifica partendo dall'ultimo posto, e ad ogni chiamata il mio cuore sussultava e si riempiva sempre più di speranza, fino ad esplodere alla lettura del secondo classificato. A quel punto non c'erano più dubbi, restavo solo io con il mio romanzo. La voce di Annarita Faggioni consacrava la mia vittoria, il resto dei presenti applaudiva Il piano Tiberio e io ritiravo l'attestato.
Tra i tanti discorsi preparati scelsi quello in cui ringrazio mia moglie e mia figlia per il clima sereno che mi regalano ogni giorno, nel quale poter usare al meglio il mio tempo libero per scrivere.
Il resto sono sensazioni ed emozioni che conserverò per sempre nel mio personale album dei ricordi.
Nel concreto invece al concorso seguirà un'antologia, il cui ricavato sarà donato in beneficenza all'associazione Mister Sorriso di Taranto.
Grazie di cuore al Presidente di Giuria Annarita Faggioni (Il piacere di scrivere), e agli altri giurati, Giuseppe Monea (Il momento di scrivere) e Fabio Mosti (Il lettore di fantasia).
È stata una vittoria inaspettata e per questo ancora più bella, il pensiero che delle persone sconosciute e geograficamente distanti abbiano letto il mio libro e deciso che più di altri fosse meritevole di riceve un premio mi ha riempito d'orgoglio. È stata una vittoria che mi ha dato grande fiducia per il futuro rafforzando la mia autostima.

Link ufficiale della manifestazione 

La scelta di mettermi in discussione e il sodalizio con la Edizioni A.Car

Ho iniziato a scrivere romanzi per puro piacere personale, e questa cosa non cambierà mai, sono certo che continuerò ad inventare storie per sempre, a prescindere da tutto, dai risultati ottenuti, dai giudizi altrui e dalle difficoltà della vita, scrivere è una cosa che amo e della quale non potrei mai fare a meno. Nonostante ciò ad un certo punto, per la precisione mentre finivo di scrivere il mio terzo romanzo, ho sentito improvvisamente il bisogno di mettermi in discussione, di scoprire se avrei mai avuto il privilegio di vedere una mia opera esposta in libreria, di ricevere un giudizio sul mio scrivere che non fosse influenzato da amicizia o parentela. In parole povere ho preso coraggio e mi sono messo in cerca di una casa editrice che pubblicasse i miei libri, accettando di conseguenza il rischio di ricevere tanti rifiuti e scoprire di non essere affatto bravo a scrivere ed inventare storie. Da vero novizio ho iniziato racimolando informazioni e una volta scampato il pericolo di finire tra le fauci di qualche EAP, ovvero editori a pagamento (su questa maleodorante realtà ci sarebbe da scrivere un post lunghissimo e approfondito ma non è questo il momento), mi sono messo alla ricerca di una casa editrice indipendente che desse fiducia ad autori emergenti senza chiedergli nemmeno un euro per pubblicare le proprie opere. In parole povere cercavo chi mi pubblicasse per aver scritto qualcosa di buono e non qualcuno che avrebbe solo sfruttato i miei sogni e la mia passione per un facile guadagno economico.
Tra le tante richieste inviate è arrivata una risposta, quella di Amos Cartabia e la sua Edizioni A.Car. Il mio cuore ha perso un battito nel leggere la loro mail. Abbiamo scambiato qualche parola e pochi giorni dopo ho firmato il mio primo contratto editoriale. Mi sembrava impossibile, tutto quello che avevo sognato stava diventando realtà.
Dovete sapere però che nonostante la fervida immaginazione e la sfrenata fantasia, nella vita reale sono pragmatico e con i piedi ben piantati a terra, e quindi, temendo che qualche imprevisto potesse mandare tutto all'aria, ho tenuto a freno l'entusiasmo senza rivelare quasi a nessuno la splendida notizia. Fortunatamente però tutto è filato per il verso giusto e trascorsi i tempi tecnici di realizzazione: prima revisione, scelta della copertina e correzione finale, a giugno del 2015 ho potuto finalmente dire addio alla scaramanzia annunciando a tutti che la Edizioni A.Car stava per pubblicare il mio primo romanzo: Il piano Tiberio.
Tra le tante emozioni vissute ve ne voglio raccontare una in particolare, di quando ho aperto la scatola contenete i miei libri e ne ho stretto uno tra le mani per la prima volta. Il mio nome scritto in copertina, pochi secondi di puro appagamento L'odore di quella carta intrisa dalle MIE parole, un distillato di orgoglio ed incredulità con una nota agrumata di magnificenza. Il fruscio delle pagine, un soave motivetto appena arrangiato dal mio ego in visibilio.
D'accordo forse mi sono lasciato prendere la mano dalle descrizioni, ma vi assicuro che qualsiasi aggettivo superlativo sarebbe stato inadatto a spiegare il mio stato d'animo, e poi in fondo sono o non sono uno scrittore?
Ecco a questa domanda (come avrete notato dal sottotitolo del blog) non so ancora dare una risposta, a volte mi piace pensare di sì per il semplice fatto di riuscire a trasformare in carta le idee che mi passeggiano per la testa, a volte mi auto convinco che solo centinaia di copie vendute possano investirti di tale carica, ad ogni modo è un dubbio che dura il tempo di una bolla di sapone, in questo momento non mi interessa, ho tanto da godermi e altro a cui pensare.
Per concludere vi dico solo che dopo Il piano Tiberio, Edizioni A.Car pubblicherà anche il mio secondo romanzo, dal titolo...
Anzi, preferisco non dirvelo, vi anticipo solo che sarà di un genere totalmente diverso dal primo, così spero di avervi instillato un minimo di curiosità per continuare a seguirmi, o più semplicemente, se Il piano Tiberio non vi è piaciuto, o non era del vostro genere preferito, magari troverete il prossimo più adatto a voi.

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